Quando Gucci Faceva Cappelli a San Miniato

Sono tanti i personaggi famosi legati a vario titolo a San Miniato: Napoleone Bonaparte, l’uomo che cambiò l’Europa e dallo zio canonico a San Miniato ottenne quella documentazione  attestante le origini nobiliari della famiglia, necessaria per l’ammissione di Napoleone nel prestigioso collegio militare di Brienne. E poi i registi Paolo e Vittorio Taviani, che hanno consegnato all’immortalità della cinematografia la Strage del Duomo ne “L’Estate di San Lorenzo”. Senza dimenticare Pier delle Vigne,  politico, funzionario e letterato italiano del Regno di Sicilia – accusato di aver tradito l’imperatore Federico II che a San Miniato fece la costruzione la Rocca che tutt’ora porta il suo nome – che si racconta si sia suicidato proprio nella prigione della Rocca stessa (anche se alcune fonti storiografiche sostengono altro). Ma alzi la mano chi sa che a San Miniato è legata la storia di una delle più importanti case di moda del mondo: Gucci.

Il Fallimento che Portò al Successo Globale di Gucci

Guccio Gucci, colui che diede il via a un successo globale, era figlio di Gabriello Gucci, artigiano di San Miniato che in città aveva un negozio di cappelli. Fu proprio il fallimento dell’attività di famiglia che spinse l’intraprendente Guccio a emigrare, prima in Francia e poi in Inghilterra, per poi fare ritorno in Toscana dove iniziò a vendere valigie con ottimi riscontri. La crescita dell’azienda proseguì anche quando Guccio morì improvvisamente nel 1953, per giungere fino alla diffusione capillare attuale del marchio Gucci.

Una piccola/grande dimostrazione di come la storia con la esse minuscola incontri spesso la storia con la esse maiuscola. Quel fallimento a San Miniato fu l’equivalente della farfalla che sbattendo le ali causa un uragano dall’altra parte del mondo.

Una curiosità finale: nel centro storico di San Miniato esiste tutt’oggi un’attività che realizza e vende cappelli fatti a mano artigianalmente. Come se quel vecchio legame non si fosse mai spezzato.