Per cosa è famosa San Miniato in Italia e nel mondo? Potremmo citare il tartufo bianco, i fratelli Taviani – pluripremiati registi e sceneggiatori – e la Rocca federiciana, distrutta durante la guerra e poi ricostruita. Ma probabilmente pochi sanno che un’area di questa città (che si chiama San Miniato Basso) probabilmente custodisce i segreti di una delle storie più conosciute e tradotte al mondo: quella del bambino di legno Pinocchio, il burattino più famoso della narrativa.
Perchè prima che Pinocchio diventasse uno dei pilastri della letteratura, in realtà era il nome di un piccolo gruppetto di case, situato tra le quattro strade d’incrocio tra il percorso della Via Francigena, che da Fucecchio conduceva a San Miniato, con la strada Firenze – Pisa (oggi Tosco-Romagnola). L’area era legata all’osteria del “Pidocchio” che si trovava a quell’incrocio, ma pian piano divenne appunto Pinocchio (forse perché Pidocchio dava l’idea di un paese misero e povero). A pensarci oggi forse sarebbe stato meglio non cambiare il toponimo di questa frazione della piana sanminiatese, sicuramente per quanto riguarda le regole del marketing. Sarebbe stato un po’ come chiamarsi Vinci.
Carlo Lorenzini si ispirò probabilmente a questo originalissimo nome per il suo burattino. Per capire il rapporto che c’era tra il Collodi e San Miniato, andrebbe letto il suo primo libro, dal titolo “Un romanzo a vapore: da Firenze a Livorno”; qui Lorenzini dedica molte pagine alla descrizione di San Miniato e dei luoghi circostanti. Però c’è un però, perché una volta pubblicato e diventato famoso Pinocchio, i pinocchini iniziarono a soffrire per le prese in giro da tutti i paesi vicini (in fondo Pinocchio era un bambino bugiardo e i toscani sono i campioni mondiali di campanilismo estremo). Da qui nacque la richiesta alle autorità comunali di cambiare il nome della frazione, chiedendo che tutto l’insediamento che stava nascendo (e non soltanto l’agglomerato attorno all’incrocio dell’osteria) diventasse San Miniato Basso. Cosa che accadde, nel 1924. Fu don Vinicio Vivaldi, storico parroco di San Miniato Basso, a tirar fuori una storia che era conosciuta “soltanto” dagli anziani del paese; fu infatti il primo a mettere nero su bianco che il nome Pinocchio fu preso in prestito da Lorenzini ispirandosi alla parte bassa di San Miniato .
Ma gli indizi non terminano qui, perché alcune ricostruzioni storiche danno Domenico Lorenzini (padre di Carlo) in servizio come cuoco alla Villa di Castellonchio, che si trova a San Miniato e che oggi è abbandonata al degrado. Collodi – si racconta – che fosse stato profondamente colpito dalla miseria del Pinocchio (inteso come luogo), tanto da far pronunciare nel terzo capitolo queste parole a Geppetto: “Che nome ti metterò? Ti voglio chiamare Pinocchio. Questo nome ti porterà fortuna. Ho conosciuto una famiglia intera di Pinocchi: Pinocchio il padre, Pinocchia la madre e Pinocchi i bambini. Non se la passavano male: il più ricco di loro faceva l’elemosina”. Ora, non è una certezza dogmatica che Lorenzini si sia ispirato a San Miniato Basso per il suo burattino, però è comune dire che tre indizi fanno una prova. E qui, di indizi, ce ne sono più di tre.
Autore Marco Sabia per Immobiliare Buggiani